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Dragone

Dragone

Martedì, 24 Marzo 2020 15:12

Cadmo

Cadmo "Il Placido"

Razza: Umano

Classe: Mago (mistico)

Combattimento/Tattiche: Generalmente, al primo segno di combattimento (e talvolta anche prima), Cadmo si tira sulla testa il cappuccio del proprio Mantello Elfico, sottraendosi alla vista dei nemici. Di norma in questa condizione di relativa invisibilità - ma anche quando non riesce a celarsi - si fa da parte e, mentre i suoi compagni si gettano nella lotta, egli osserva attentamente gli avversari e l'ambiente circostante, cercando di acquisire informazioni importanti e studiando ogni possibile indizio che possa portare vantaggio ai suoi. Questa scarsa partecipazione pratica agli scontri gli vale spesso i duri rimproveri di Ultimo, ed in effetti Cadmo si forza ad entrare in mischia solo quando la situazione è disperata o quasi. Finché è possibile, invece, cerca di supportare il gruppo con la propria mente più che con gli incantesimi, che preferisce di scongiurazione, incantamento e charme, poco adatti alla lotta. Nondimeno, l'oculato uso di tali magie non direttamente "offensive" si rivela spesso fondamentale per la risoluzione positiva di molti scontri.

Alleati/Compagni: Cormyr; ALTUR, THORKUN, ULTIMO, EREBUS, NEY; non sembra avere con GEOFF, MAGUS e TUG gli stessi problemi mostrati dagli altri membri della Compagnia.

Nemici/Avversari: Nessuno in particolare.

Aspetto: Cadmo appare come un uomo alto e massiccio sui 35/40 anni, con lunga barba e capelli altrettanto lunghi, sempre arruffati e con qualche venatura grigia. Porta sulla fronte una piccola fascetta con la quale tiene lontano dagli occhi i ciuffi più indomiti, ed il suo viso paffuto è invariabilmente o distratto o illuminato da un sorriso bonario. Di naturale solidissima costituzione, ma un poco sovrappeso, si rivela - anche per una questione caratteriale - estremamente lento in tutto ciò che fa, e sembra che anche la più piccola delle azioni gli costi una fatica insopportabile. Porta una lunga e resistente tunica di buona fattura, una corpetto di pelle ed un mantello, senza curarsi troppo del loro stato di pulizia e della loro integrità; non si separa mai dal suo bastone e recentemente non è insolito vederlo girare con una Pietra Magica che gli orbita intorno alla testa.

Personalità: Cadmo iniziò ad essere chiamato "il Placido" già prima di lasciare Maiverno, e tale appellativo è in effetti il termine più semplice ed azzeccato per definirlo. Sempre calmo e di buon umore, accomodante ed anche un poco burlone, amante dei piaceri della vita (quali ozio, donne, cibo, vino e distillati vari), mai incline al litigio, a Cadmo è sconosciuto il significato dei termini rabbia, rancore e cattiveria quasi quanto gli è oscuro quello delle parole fretta, sudore e duro lavoro. Il suo carattere pacato, bonario e pigro si è sposato infatti benissimo con la filosofia di vita che si è gradualmente creato negli anni, prima con studi e riflessioni, poi grazie agli insegnamenti di Ugenor, a quelli di Nus ed alla meditazione quotidiana. Benché tale filosofia si basi su un costante accrescimento di consapevolezza spirituale, e come tale sia difficile definirla a parole nel suo senso più profondo, all'atto pratico essa si manifesta con una generale attribuzione di importanza relativa alla quasi totalità delle cose. A Cadmo può dunque interessare molto, e molto può trovare piacevole; ma quasi niente è per lui così importante da giustificare sacrifici di un certo tipo. Non le ricchezze, non il benessere, non l'onore, non l'amore né il potere. In fondo neanche la conoscenza, se può essere fatta in altro modo ed altro momento. I pochi punti fermi sono rappresentati dalla sacralità della vita e da pochissime altre cose, ma anche in questi casi Cadmo cerca di non perdere mai di vista la realtà, preferendo sempre far funzionare il proprio cervello prima di agire. Così, difficilmente egli reputa necessario sforzarsi (e questo si rispecchia anche in una insolita mancanza di energia muscolare, a dispetto della stazza), affrettarsi, adirarsi o prendersela per qualcosa; lentezza e calma con per lui assai meno impegnative, più piacevoli ed a suo avviso, in molte situazioni, decisamente più convenienti rispetto alla foga ed alla rabbia. Le poche, notabili eccezioni sono limitate a mischie, fughe ed altre circostanze analoghe; sono questi gli unici casi in cui il Placido mostra un volto appena diverso. Al di fuori di questi, torna ad essere il mite personaggio di sempre, assennato e remissivo elemento di supporto della Lancia d'Argento (ma subdolamente pesante nelle decisioni importanti) e della Compagnia in genere.

Luoghi frequentati: Dintorni dell'Alto Corno, quando non in missione.

Storia: Figlio di un abile artigiano vasaio, Cadmo nasce a Maiverno nel Nottale del 1336 CV, e lì trascorre i primi 19 anni della sua vita. In questo periodo il giovane riceve una buona istruzione di base ed apprende il mestiere dal padre.

Ben presto inizia a mostrare da un lato una insopprimibile curiosità, dall'altro una sensibilità artistica decisamente sopra la media; le due cose perfettamente in sintonia con la scelta di essere fedele di Oghma.
Benché, quando si mette al lavoro, produca pezzi di squisita fattura che portano lustro alla bottega del padre, Cadmo è però generalmente svogliato; si mette all'opera solo quando si sente particolarmente ispirato, passando la maggior parte delle giornate in ozio, perso in qualche lettura, o impegnato a smaltire i bagordi di una vita sregolata come quella che conduce. Spesso assorto in profonde riflessioni su vari aspetti dell'esistenza, sviluppa un senso di inquietudine e di insoddisfazione che ripropone spesso anche nei pezzi che produce. Nel 1355 CV incontra Ugenor il Camminatore, uno stregone errante originario del Cormyr. Questi, affascinato da un vaso decorato dal giovane, rileva in Cadmo grande sete di conoscenza ed una buona predisposizione all'apprendimento della Magia, così gli offre di seguirlo nei suoi viaggi. Cadmo intravede nell'offerta la possibilità di trovare risposta a molti dei suoi quesiti, oltre all'opportunità di sottrarsi alla per lui troppo rigida vita della bottega. Accetta, dunque, ed inizia un lungo periodo di spostamenti insieme al suo mentore, soprattutto nel selvaggio Nord e per la Costa della Spada. Cadmo in questi anni ha così modo di vedere numerose città, culture e razze disparate, oltre che, da molto vicino, alcune delle catastrofiche vicende del Periodo dei Disordini; facendo questo riesce comunque ad apprendere gradualmente le tecniche di meditazione e di esteriorizzazione ed i primi rudimenti dell'arte magica; impara molto sulle storie e sui costumi delle zone che attraversa e sviluppa un rapporto nuovo con la natura. Nel 1361, per poter progredire sulla via della conoscenza, la sua strada si divide da quella del suo maestro, e Cadmo inizia un percorso solitario. La sua meta è, come suggeritogli da Ugenor, la dimora di Nus, il Mistico della Montagna, sui Corni Tempestosi del Cormyr. Egli, che ha fama di viaggiare in altre "sfere di realtà", potrà probabilmente dare qualche indicazione utile alle crescenti domande di Cadmo sulla natura di questo mondo. Più che un viaggio verso il Cormyr, però, quello di Cadmo è un placido vagabondare che dura quasi sei anni. E' solo sul finire del 1366 CV che riesce ad incontrare Nus. Per un poco di tempo ne è ospite e ne assimila il pensiero. Poi decide di ripartire, ma si accorge subito di non aver più desiderio di viaggiare. Su consiglio del Mistico, individua un rudere poco distante e vi si stabilisce. Il territorio montano è però sotto la giurisdizione dell'Alto Corno e ben presto Cadmo viene visitato da una pattuglia della Fortezza e portato alla Guarnigione: come già accadde per Nus stesso , egli avrà disponibilità delle rovine solo se accetterà di mettersi al servizio dei Dragoni Purpurei quando richiesto. Cadmo accetta, ignorando che da lì a poco sarebbe stato inserito nella Lancia d'Argento della Compagnia delle Molte Razze, in continuo viaggio per i Reami.

Scopi/Motivazioni: Tacendo sul desiderio di godersi i piaceri della vita in completa tranquillità, per lungo tempo l'unico scopo serio di Cadmo è stato quello di conoscere meglio se stesso e la natura che lo circondava attraverso la meditazione. Relativamente appagato dopo il lungo viaggiare, gli insegnamenti di Ugenor e di Nus, con l'esperienza con la Compagnia delle Molte Razze gli si è però aperta una nuova prospettiva. Da quando infatti ha iniziato a viaggiare con i suoi nuovi compagni, Cadmo ha aumentato molto le sue capacità magiche e le sua conoscenza delle cose arcane, e considera questo nuovo apprendimento assolutamente stimolante - tanto da far sopportare i pericoli e le fatiche dell'essere nuovamente in viaggio. Attualmente, a tutti gli effetti, Cadmo media tra queste tre aspirazioni (pace e beatitudine, meditazione e natura, magia e conoscenza) con lieve predilezione per la prima.

Martedì, 24 Marzo 2020 15:12

Erebus

Erebus Coromasti del Mar della Luna

Razza: Umano

Classe: Paladino (militarista) di Torm

Combattimento/Tattiche: Nonostante viaggi generalmente a piedi, Erebus è un superbo cavaliere. E' addestrato ad usare diverse armi, ma solo quando usa una spada lunga, combatte con eccezionale efficacia. Si muove e maneggia la sua lama con eleganza, spesso con un leggero sorriso sul volto. In combattimento sembra a volte più un danzatore che un guerriero. In mischie più caotiche dimostra coraggio, un morale incrollabile e guida con l' esempio i suoi compagni (spesso dove essi non sarebbero voluti andare). Dalle istruzioni ricevute a Mulmaster dai sacerdoti di Tempus, preferisce indubbiamente la mischia, lasciando agli altri - generalmente Ultimo - la pianificazione della battaglia.

Alleati/Compagni: Cormyr; ALTUR, THORKUN, ULTIMO, CADMO, NEY; a volte GEOFF, MAGUS e TUG.

Nemici/Avversari: Suo fratello Nox, Mulmaster, nemici di Cormyr e, in generale,tutto ciò che è malvagio.

Aspetto: Erebus appare come un uomo alto, maturo (sui trenta), con capelli castani e viso sempre pulito e rasato. Il suo portamento nobile, maniere cortesi e bell'aspetto lo rendono un guerriero molto attraente. A volte comunque, assume atteggiamenti e gesti tipici di un'età più giovane. Indossa normalmente la sua corazza di piastre - sempre lucida - o, quando a riposo, una semplice tunica (con la sua spada, naturalmente).

Personalità: Quando si sente in armonia con la sua divinità - quasi sempre - Erebus è ottimista e positivo. Specialmente in questi momenti tende a parlare (spesso a straparlare) con frasi auliche. Come Paladino di Torm, comunque, possiede uno stretto codice di comportamento che lo porta ad essere duro con le persone codarde o non cooperative. Il fatto di credere se stesso dalla parte del giusto, insieme ad una limitata capacità di giudicare le conseguenze delle sue azioni, fanno di Erebus un guerriero impulsivo e talvolta fanatico che, di fronte alla malvagità, incurante dei rapporti di forze, pensa che la sola scelta sia combattere, persino sacrificare se stesso per la vittoria del Bene. I suoi compagni hanno già imparato che la prima cosa da fare durante incontri estrememente pericolosi è quella di convincere Erebus ad aspettare (una azione decisamente non facile).

Luoghi frequentati: Cormyr , la fortezza della Alto Corno, le Valli, il Mare della Luna.

Storia: Erebus è nato nel 1350 CV nella nobile famiglia dei Coromasti di Mulmaster. Suo padre Kaos "il vecchio" Coromasti, aveva programmato per lui una vita gloriosa tra nobiltà e potere - la stessa del suo crudele primogenito Nox- ed ha affidato Erebus in tenera età ai sacerdoti di Tempus per fargli ricevere una educazione ferrea e militaresca. Ma il cuore di Erbeus era così puro che riusciva a cogliere gli errori nelle lezioni che ascoltava e nelle azioni della sua famiglia. Nel 1365 CV, durante una esercitazione militare fuori da Mulmaster, ha incontrato quattro giovani paladini dell' "Ordine Ausialiario del Cuore Radioso" e, quando ha ascoltato le loro parole, Erebus ha deciso di fuggire dal mondo oscuro dove lo volevano far vivere. Ha viaggiato per molti giorni con i suoi nuovi compagni, che lo hanno accolto nel loro ordine come apprendista. Ha cominciato a venerare Torm ed ha scelto di servire la sua fede come combattente in un esercito valoroso, così si è recato a Cormyr dove ha incontrato Altur di Helm nel 1366 CV ed è entrato a far parte dei Dragoni Purpurei nella guarnigione dell'Alto Corno. Nel 1367 CV, Erebus e Altur, nonostante i loro contrasti in materia di fede, hanno giocato un ruolo primario nella costituzione della Compagnia delle Molte Razze.

Scopi/Motivazioni: La vita di Erebus è dedicata alla sua sacra missione di sconfiggere il male. Servire il giusto e forte Regno di Cormyr sembra ad Erebus una buona via per compierla, senza dimenticare il suo codice d'onore né i dogmi della sua fede. 

Martedì, 24 Marzo 2020 14:57

Ultimo

Ultimo "Cuoredipietra" Aurilita

Razza: Umano

Classe: Guerriero (mirmidone)

Combattimento/Tattiche: Dall'età di sette anni, Ultimo vive nella fortezza dell'Alto Corno. In quasi due decenni con i Dragoni Purpurei ha acquistato familiarità con molte armi. Come apprendista del vecchio fabbricante di archi dell'Alto Corno e poi come uno dei più giovani arcieri della guarnigione, Ultimo ha imparato ad usare l'arco con grande efficacia. Data la sua forte volontà e la sua lealtà assoluta, dopo qualche anno fu scelto per un ulteriore addestramento in tattiche, spada lunga e combattimento non armato. Ora è un guerriero silenzioso e letale, che scocca le sue frecce dalla distanza per poi passare alla spada lunga - con scudo buckler - quando i nemici si avvicinano. Nonostante Ultimo sia capace di pianificare azioni militari complesse e riconoscere il momento di attendere o ritirarsi, combatte senza esitazioni se gli viene ordinato da un superiore in grado (tipicamente Erebus), mostrando rabbia, potenza e sorprendente destrezza in combattimento.

Alleati/Compagni: Il Regno di Cormyr; ALTUR, CADMO, THORKUNEREBUSNEY; ha collaborato con GEOFF, MAGUS e TUG ma non li ha mai considerati suoi compagni.

Nemici/Avversari: Tutti i nemici di Cormyr

Aspetto: Ultimo è alto 1,81m, muscoloso e snello. Ha capelli e barba neri e una vecchia cicatrice sulla tempia destra. Mantiene sempre un aspetto accigliato e non ride mai. Quando è di servizio in guarnigione, veste la corazza dei Dragoni Purpurei, non essendo più un semplice arciere, ma un graduato; quando è necessario l'uso dell'arco (per esempio durante le avventure), usa una più confortevole corazza di cuoio con un cappuccio di maglia e lo scudo buckler. Quando è possibile, si mette riordina e pulisce i vestiti, l'equipaggiamento e le armi, delle quali possiede generalmente un considerevole quantitativo. Aggiungendo tutto ciò al suo portamento fiero, è spesso riconosciuto subito quale il militare professionista che è orgoglioso di essere.

Personalità: Ultimo è un giovane rude, spesso nervoso e con un brutto carattere. Con i suoi superiori in grado si dimostra un esecutore quasi meccanico di ordini, con gli altri, persino con i suoi compagni, ha scarse relazioni (con pochissime eccezioni quali Thorkun). Non ama discutere con la gente, così usa le sue parole in modo rapido e conciso. Possiede una mente strettamente militare, odia il caos e la codardia. Ultimo ha una visione oscura della vita, non dimostra interesse in altro che guerra e armi e anche in queste senza particolare eccitazione. Sembra insomma nato solo per combattere, cosa che si riflette nei suoi atteggiamenti e tratti naturali quali una inusuale durezza della pelle e un veloce recupero dalle ferite. Non venera alcuna divinità, perché non le rispetta, credendo che gli unici ad essere rispettati divrebbero essere gli uomini, che combattono con valore nonostante le loro debolezze.

Luoghi frequentati: La fortezza dell'Alto Corno, quando non in missione.

Storia: Ultimo è nato nel 1344 CV proprio fuori dal confine settentrionale di Cormyr, in una piccola comunità nomade dell'Anauroch che fu distruta nell'inverno del 1351 CV da un assalto di briganti. I pochi sopravvissuti scapparono verso i Corni Tempestosi, ma lentamente freddo e neve li uccisero tutti. Solo Ultimo restò in vita e fu salvato da una pattuglia di Dragoni Purpurei dell'Alto Corno. I guerreri lo trovarono in mezzo alle persone assiderate durante un temporale, quasi morto. Lo chiamarono Ultimo dalla scritta sopra un pendaglio rotto che indossava e Aurilita a causa della sua miracolosa sopravvivenza. Da quel momento - all'età di sette anni - ha vissuto all'Alto Corno, lavorando duramente , imparando a combattere e alla fine unendosi alle truppe attive nella cattura dell' avatar di Bhaal, durante la Guerra degli Dei. Dopo quell'episodio ha partecipato a tutte le attività della guarnigione, ha ricevuto altro addestramento nel 1361 CV ed è stato promosso graduato nel 1366 CV; Nel 1367 CV è stato assegnato alla neo-costituita "Compagnia delle Molte Razze".

Scopi/Motivazioni: Ultimo cerca di condurre una vita semplice. Il suo unico scopo è quello di servire il Regno di Cormyr. Preferirebbe svolgere questo compito combattendo insieme ai Dragoni Purpurei piuttosto che andare in giro per avventure, ma crede anche che i suoi desideri personali non abbiano alcuna importanza.

Domenica, 22 Marzo 2020 22:37

Ney e la Mezzelfa

Ney e la mezzelfa
come riportato da Dragone


Vicinanze di Berdusca - Terre Occidentali
Terza decina del mese di Fiorile
Nell'anno del vessillo - 1368 Calendario delle Valli

Un lieve frusciare di foglie destò la sua attenzione. Nel buio della fitta foresta, impenetrabile ai raggi della luna, qualcosa si stava muovendo verso di lei. Ma ella non si preoccupò. Senza sapere perché, non si sentiva in pericolo. Dopo pochi istanti, una figura alta e slanciata uscì dalla vegetazione: pacatamente, quasi avesse la consapevolezza della presenza dell'altra, si andò a sedere su un tronco caduto. Senza alzare la testa, poi, iniziò a parlare:
«E' pericoloso girare da sola in queste zone, sorella. Soprattutto di notte.» Le parole erano pronunciate in una lingua antichissima e segreta, ma furono immediatamente comprese. Un sorriso si dipinse sul volto di Ney, che subito si fece avanti, uscendo da una zona d'ombra. Davanti c'era una donna, anzi, una mezzelfa come lei. Era bella, ma si potevano vedere anche in quelle condizioni muscoli e nervi in evidenza. Sembrava che fosse provata nel corpo e nello spirito, ed ispirava una certa tristezza. Quando alzò lo sguardo, inizialmente abbastanza severo, distrasse l'altra tanto da impedirle di notare la presa sull'elsa dell'arma che portava al fianco
«Che cosa ti porta qui?»
« Mi piace la Foresta. La Foresta è bella. Di notte è bella di più, e tranquilla. E io non ho sonno.»
La mezzelfa seduta accennò un sorriso, allentando gradualmente l'impugnatura: « Hai ragione, è tranquilla. In fondo anch'io sto cercando un po' di pace, qui.» Sospirò, abbassando lo sguardo, ed aggiunse: « Questi sono purtroppo brutti momenti per noi. Molte cose tornano a tormentarci dal nostro passato. Ed il futuro... non so, è tutto molto confuso. Forze oscure sono all'opera ormai da tempo, ed il sentiero che percorriamo non è chiaro. E' difficile conservare l'equilibrio in certe situazioni...»
Si fermò un attimo, rendendosi conto che quelle parole le erano uscite dalla bocca quasi involontariamente. Poi tornò a guardare l'altra: « Scusami bambina, non volevo farti carico delle mie pene. E' solo che ci sono molte cose che richiederebbero la mia attenzione. Nelle mie terre, a sud, vi è un'insana turbolenza: si dice che bande di orchi e di mercenari creino numerosi problemi alla gente pacifica. Scorrerie e saccheggi come non se ne erano mai viste, ed è difficile ristabilire la situazione. La terra è bagnata dal sangue di gente innocente, e questo non è giusto. Mi angoscia anche la crescente attività della Bestia delle Bestie. Da qualche parte sta succedendo qualcosa di sbagliato, lo sento, e la natura stessa grida vendetta. Ma in questo momento non posso dedicarmi a questi gravi problemi. Il mio cammino è oggi lo stesso dei miei compagni, e non vorrei recidere il legame con... loro. Io.. devo riflettere.»
Seguì un momento di silenzio. La tristezza della pur ferma voce della donna aveva reso pesante l'atmosfera. Poi, come scuotendosi, ella riprese, più rilassata:« Sei una seguace della Signora delle Foreste, vedo. »
« Uh, della Signora delle Foreste, sì. » replicò timidamente Ney
La donna dunque si alzò, camminando lentamente nella vegetazione « Vieni, parliamo un po'. »

***

Passarono forse un paio d'ore, quando un nuovo distinto frusciare di foglie disturbò il lungo colloquio fra le due mezzelfe. Entrambe si volsero verso l'origine del rumore, istintivamente mettendo mano alle armi. Stavolta, però, Ney iniziò subito a sentirsi agitata.
Ad un tratto risuonò una voce: « Sei qua?» Era profonda, inquietante.
L'altra mezzelfa istintivamente sorrise, rispondendo: « Sì, sono qui. Arrivo. » Poi si rivolse alla compagna « Tutto bene, sono i mie... » ma non c'era già più. Ne vide in lontananza il rapido movimento tra gli alberi.
« Oh. Lo avrei dovuto immaginare. Mi dispiace.» disse tra sé e sé.
Iniziava quasi a far giorno, ed ella si sentiva molto più distesa dopo quella conversazione. Mentre fissava la direzione in cui la sua giovane amica era fuggita, una figura in armatura scura comparve alle sue spalle.
« Che il Vecchio Padre Quercia ti tenga sempre sotto i suoi rami, bambina. E grazie.»